
“Dottore, sto male! Ho un’ansia insopportabile!” è una frase che mi sento dire ogni giorno da uomini e donne: persone diverse, con storie di vita diverse, ma un malessere comune.
L’ansia, quella terribile bestia che ti divora, talvolta lentamente, altre volte con un’improvvisa e travolgente morsa alla gola. Non respiri, il battito irregolare aumenta, ti si offuscano i pensieri.
Ti guardi attorno per capire da dove arriva, per vedere dove si trova questo mostro invisibile dai contorni sfumati, impalpabile.
Non trovi altro che pensieri, aspettative, desideri irrealizzati, senso di inadeguatezza e una perdita di controllo di tutto quello che ti circonda e ti sovrasta.
L’ansia ti pervade, può coinvolgere ogni situazione della tua vita: prima di un’interrogazione, durante un colloquio di lavoro, mentre rifletti sulla tua esistenza, prima di una partita.
Ti immagino seduto nello spogliatoio, da solo. Stai pensando alla gara che inizierà tra qualche momento, la gara che così bene hai preparato negli ultimi due mesi, la gara per cui hai investito energie fisiche e mentali. La tua testa si affolla di pensieri negativi: “Perché sono qua? Non sono all’altezza della sfida. Cosa succederà se verrò sconfitto? Forse era meglio non partecipare”.
Questa sensazione, molto comune tra gli sportivi siano essi professionisti o amatori, viene generalmente chiamata ansia da prestazione sportiva ed è legata a un obiettivo da raggiungere, ad aspettative che dobbiamo soddisfare, alla paura di non essere all’altezza della situazione.
Tuttavia, l’ansia non è di per sé negativa; come le altre emozione esperite dall’uomo, essa dipende dai significati che le persone stesse vi associano.
Federica Pellegrini, Martina Navratilova, Bill Russel: grandi campioni che sono riusciti nella loro carriera non solo a convivere con l’ansia ma ad allearsi con essa, divenendo padroni della situazione che stavano vivendo. Per questo motivo, dunque, più che combattere e sconfiggere l’ansia è necessario imparare a gestirla, trasformandola da limite a sprone.
L’ansia è una condizione che attanaglia l’essere umano da tempo, per cui anche i filosofi si sono scomodati per trovare una causa, una spiegazione.
Il termine “ansia” viene spesso assimilato a quello di “angoscia”, perché la loro derivazione etimologica latina si rifà al verbo “angere”: soffocare, stringere, tormentare.
Friedrich Schelling, filosofo tedesco, ci spiega che «l’ansia di vivere sospinge la creatura fuori dal suo centro». Ci destabilizza, ci fa assaggiare il gusto del sublime, quel miscuglio di fascino e terrore per l’immensità delle cose. Nell’ansia sviluppiamo un intimo impulso vitale, una spinta alla nostra conservazione, ma è una spinta che va esaurita durante lo slancio, altrimenti rischiamo di essere travolti e cercheremo di scappare eternamente.
L’ansia ti può sorprendere anche su un palcoscenico: ti senti abbastanza padrone di te stesso fino a qualche istante prima di entrare in scena. Poi, all’idea di salirci, il battito cardiaco aumenta, le mani sudano, il respiro si fa più veloce, tutti i muscoli si contraggono. Vorresti essere in un altro luogo, in qualsiasi altro luogo, ma non dove ti trovi.
Tutta l’energia che dovresti usare per rimanere concentrato, respirare e godere di quello che stai per fare se ne va, inghiottita dal nervosismo e dai peggiori pensieri catastrofici.
Non succede solo a chi non è abituato ad esibirsi, anche alcuni tra gli artisti più famosi si sono confrontati con questa situazione: i nostri Luciano Pavarotti, Fiorello e Patty Pravo, ma anche artisti internazionali come Adele e Barbra Streisand.
Pensare che ogni avversità sia qualcosa di negativo può però impedire di dare valore alle emozioni. Certamente l’ansia crea disagio, ma può diventare un’occasione in cui imparare a misurarti con quelli che in quel momento consideri essere i tuoi limiti: il giorno dopo potrebbero non esserlo più. Ascoltati, anche nei momenti in cui ti senti invaso dall’ansia.
Adesso chiudi gli occhi, immagina di essere su quel palcoscenico e di veder scivolare via tutta l’ansia che ti bloccava. Immagina di muoverti senza accorgerti del tuo respiro, del tuo battito finalmente tranquillo.
Goditi questa sensazione e pensa che ogni giorno della tua vita può diventare così…