
In fondo al corridoio la luce è accesa. Come una speranza. Una luce calda, di un giallo che sa già un po’ di arancione.
L’ho lasciata accesa io, poco fa.
Pensavo che non avrebbe avuto senso spegnere tutto, così. Di colpo. Senza motivi validi.
Troppo spesso quelle che chiamiamo “buoni motivi” altro non sono che paure vestite di capi d’alta moda firmati di sicurezza socialmente riconosciuta.
Così mi sono messo a letto, a ripensare alla mia giornata.
Ho i piedi freddi, cazzo. Non è un buon segno, per me.
E aspetto. Come si aspetta un abbraccio accogliente, rassicurante. Vero.
Torno a pensare alla mia giornata, a quando ero bimbo e pensavo che la vita sarebbe stata sempre un gioco.
Gli occhi di mio padre che parevano severi erano invece occhi di paura.
Paura che io potessi non prendere le cose sul serio.
L’ho scoperto più avanti.
Forse troppo avanti.
Ogni tanto controllo che i piedi si siano scaldati, ma nulla.
Non mi piace controllare, in realtà. La trovo una forma implicita di mancanza di rispetto. Come se dichiarassi al controllato che non mi fido della sua autonomia di pensiero.
So anche che nel mio quotidiano ci sono molte cose che devo comunque controllare, per un senso di responsabilità. Professionale. Non personale. E la differenza è tanta.
Niente da fare i piedi sono ancora freddi, mi alzo a cercare una coperta o qualcosa del genere…
È così strano abitare in giro per il mondo: ogni casa ha i suoi segreti, ogni angolo le sue vite viste e a volte vissute.
Ci sono anche dei luoghi pieni di luoghi comuni.
Proprio grazie a queste certezze culturali condivise trovo subito due coperte in lana cotta blu nell’armadio alto che sta in fondo all’altra stanza, quella vuota.
Fa freddo, porco cane! Torno velocemente in camera e, con la coda dell’occhio, mi ritrovo a verificare che la lampada in fondo al corridoio sia sempre calda come prima. Calda di quel giallo che non so più se vibrerà verso l’arancione.
Effettivamente è così bello scoprire che molte cose cambiano significato al secondo sguardo.
Come un incontro tanto atteso, una pelle da sfiorare, un libro da divorare, delle labbra con cui creare baci mai baciati.
Mi infilo sotto le coperte e senza rendermene conto, mi addormento sereno.
Con il sorriso dell’amore addosso e la luce gialla accesa.
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Bellissimo racconto bellissime e toccanti parole … l’ho letta più volte ed e’ stato come averti qui davanti agli occhi mi è parso proprio di sentirti e vedere quella luce gialla arancione qui … in fondo alla mia stanza di un albergo in giro per il mondo .
Un caldo abbraccio
Baby