
Anche quest’anno è sensato fare due riflessioni sul natale. Anzi, sul Santo Natale…
Eviterei le solite cose, trite e ritrite, con le controriflessioni del caso: “A Natale siamo tutti più buoni” con l’indignata risposta di chi, convinto di dire cose innovative e pregne di valore, sostiene che “Si dovrebbe essere sempre buoni, non solo a Natale!”…
O chi si illude che quel regalo, anche povero che sia (“In fin dei conti, conta il pensiero, no?”) possa avere il valore autentico dell’attenzione, non volendo ammettere a se stesso che in realtà le poche cose autentiche che ha quel regalo sono le corse in centro all’ultimo minuto, le bestemmie nel traffico del 23 sera, le fatiche di chat abusive per sapere cosa piacerebbe sul serio a Mario, perché di Mario non ce n’è mai fregato un cazzo per gli altri 364 giorni dell’anno.
Evitando infine di citare le ormai obsolete ceste natalizie, perché troppo costose se qualitativamente meritevoli, o troppo povere se comprate al Lidl il 24 mattina…
Come ogni anno ricevo quantità di regali indescrivibili: dal sigaro cubano (non ho mai fumato, lo sanno tutti!), all’accessorio per il device Android (uso Apple da quando mamma e papà di Steve Jobs dovevano ancora fidanzarsi…).
Allora, proviamo a fare due pensieri leggermente fuori dal coro…
Per capire di cosa ha davvero bisogno quella persona a cui voglio fare un regalo, devo prima di tutto mettere a fuoco se il regalo lo voglio fare o lo devo fare: differenza sottile, ma fondamentale!
Se lo vuoi, sei già sulla buona strada.
Se devi, sei nella cacca…
Non ha senso che tu ti ostini a fare gesti vuoti.
Vuoti di senso. Vuoti di dignità. Vuoti di amore. Vuoti di autenticità.
Vuoti a rendere, stanne certo.
Perché quel regalo che stai facendo perché va fatto, ha il sapore della forzatura.
E il fortunato destinatario ha la capacità di sentire il sapore dell’ipocrisia.
La tua. E quella del tuo gesto.
Evita.
Scegli di essere altro.
Di fare altro.
Quest’anno scegli di essere altro.
Regala la tua onestà, la tua imperfezione, la tua assenza di attenzione.
È molto meglio sentirsi dire “Non ti ho regalato nulla, perché non ho trovato nulla che potesse essere vicino a ciò che penso per te” piuttosto che scartare un pacco e trovarci dentro un set da runner professionista se le tue capacità atletiche e la tua voglia di allenarti sono pari a quelle di bradipo nano pigro zoppo.
Io ho bisogno di regali.
Sempre.
Non solo adesso.
Anche tu, ne sono certo.
La nostra società di consumo ci permette di aver quasi tutto. Chiaramente in proporzione ai differenti livelli sociali ed economici a cui apparteniamo.
Io sono arrivato a un punto della mia vita in cui posso permettermi quasi tutto di ciò che mi fa voglia.
Allora, se vuoi farmi un regalo, regalami una cosa che non posso avere, una cosa che vale più di qualsiasi cifra: la tua onestà, un colore o una canzone, la tua presenza, la tua autenticità…
Regalami la qualità del tuo ascolto, regalami un “ti voglio bene” che è un “voglio il tuo bene”, regalami qualche minuto della tua presenza, di una presenza sincera.
Del resto non me ne faccio nulla.
Non mi serve altro.