
Ci sono attimi che non sfuggono. Mai.
Non possono sfuggire.
Come lo stare a letto a oziare dopo giorni di fatiche.
È un gioco che gioca chi è privo di consapevolezza del proprio essere figlio di esperienze.
Solo pretesti o alibi senza fondamento.
Ci sei tu che progetti viaggi che durano di più nella fase di studio che nel viaggio stesso.
Come il tramonto di un giorno che non finisce mai.
Ci sei tu che mi ami, per buona sorte.
Con i miei limiti.
“È impossibile, dio!” dice la voce fuori campo.
“Tu sei l’esempio” insiste, sempre lei.
Cosa vuoi ancora dirmi che non sappia, già.
Già.
Tra l’azzurro del mare della Bretagna e i silenzi delle mie paure.
Voglio te. Sempre.
Come un archivio di emozioni che hanno senso solo se condivise.
Con me.
Altrimenti tutto diventa superficie da sondare con gli occhi di chi non sa guardare.
Mi ritrovo a leggere libri che non conoscevo, come le mille vite che vivo ogni giorno.
Sono un pluriverso di sensi. In ogni accezione.
E me ne infischio delle regole che vogliono essere trasgredite per forza.
Chiudo il cassetto delle possibilità e comincio ad aspettare le ostriche che ci meritiamo.
Io e te.